Agli inizi del Novecento Bergamo decise di ripensare la Città bassa con un progetto che doveva imprimere una svolta decisa all’area sino ad allora occupata dal suggestivo impianto settecentesco della Fiera di Sant’Alessandro. La volontà di dare un nuovo cuore moderno alla città portò a bandire due concorsi – nel 1906 e nell’anno seguente – per il ridisegno complessivo di quella che era destinata a diventare il fulcro pulsante della vita e delle relazioni di Bergamo bassa. Dalle varie consultazioni prevalse il progetto elaborato da Marcello Piacentini e Giuseppe Quaroni. Al progetto iniziale fanno seguito notevoli cambiamenti, ai quali Piacentini fa fronte elaborando sino agli anni venti nuove versioni e collaborando con noti ingegneri e architetti operanti a Bergamo, Luigi Angelini, Ernesto Suardo e Giovanni Muzio.
L’opera congiunta di questi professionisti tra il 1912 e il 1927 e la loro capacità di dialogare con le forze economiche e l’amministrazione comunale disegnano i tratti salienti di un’area più ampia di quella occupata dal complesso fieristico, vissuta e percepita dalla cittadinanza come centro effettivo di Bergamo, spazio per attività politiche, amministrative, finanziarie, giudiziarie e artistiche essenziali, snodo di congiunzione tra le diverse parti della città, prospettiva panoramica sul monumentale abitato antico. Nel periodo 1912-1914 viene costruito il primo edificio, destinato alla Banca d’Italia. Ad esso fanno seguito la Torre dei caduti (1924); il Credito italiano (1924), la Camera di commercio (1924), il blocco di edifici sul Sentierone (1925), la Banca bergamasca (1926), il Palazzo di giustizia (1927), il palazzo a destra di quello di giustizia (1927), progettato da Piacentini come nuova sede delle Poste e telegrafi.