La Torre dei Caduti di Marcello Piacentini, inaugurata nel 1924 alla presenza di Benito Mussolini, è costruita in arenaria di Bagnatica; la statua in bronzo dell’Italia vittoriosa è di Alfredo Faino; le teste intorno all’orologio sono di Tobia Vescovi.
Il palazzo della Banca bergamasca, divenuta poi Banca Popolare di Bergamo, progettata da Marcello Piacentini e Giovanni Munzio, ha la facciata ricoperta di marmo verde della Val Roja e i cornicioni in bianco di Zandobbio. Il busto sovrastante il Portico è di Giovanni Avogadri, i bassorilievi del portone di ingresso sono di Salvatore Saponaro.
Posta in angolo tra viale Roma e piazza Vittorio Veneto, la Torre dei Caduti si eleva per 45 metri sopra lo skyline del centro e richiama, con il suo rustico rivestimento in pietra arenaria di Bagnatica, le torri di Città Alta. La base del monumento, che è passante per legarsi al sistema porticato della piazza, ospita sul lato settentrionale il vano d’ingresso con la scala che conduce ai piani superiori. Al primo piano si trova il sacrario sulle cui pareti, rivestite in marmo nero del Belgio, sono incisi in oro i nomi dei caduti.
Al centro del vano è collocato il busto di Antonio Locatelli dello scultore Giovanni Avogadri; la volta a lunette è affrescata con motivi allegorici da Fermo Taragni. Sul lato meridionale si apre l’arengario inquadrato da una struttura di marmi policromi. Le mensole che reggono il balcone di marmo bianco rosato di Zandobbio, recano le teste di un fante, di un alpino, di un marinaio e di un artigliere; nella lunetta terminale due putti sorreggono lo stemma della città (che sostituisce l’originale raffigurante il Re Vittorio Emanuele III), affiancato dai medaglioni con l’effige dell’ammiraglio Thaon de Revel e del generale Diaz, realizzati dallo scultore Moneta. Un cartiglio con la dedica ai caduti funge da piedistallo al trono su cui è seduta la statua bronzea dell’Italia vittoriosa, opera di Alfredo Faino. In alto, sui lati est e sud, sono inseriti due quadranti marmorei dell’orologio, attorniati dalle teste dei venti scolpite da Tobia Vescovi.
Notizie storiche
Nel progetto vincitore del secondo concorso bandito nel 1907 dal Comune di Bergamo, per la riqualificazione dell’area della Fiera settecentesca, a firma dell’architetto Marcello Piacentini e dell’ingegnere Giuseppe Quaroni, era già prevista una torre all’angolo tra il viale Vittorio Emanuele II (ora viale Roma) e la nuova piazza Vittorio Veneto. Con la sua presenza dettata da ragioni pratiche – nascondere il tetto del palazzo della Banca Mutua Popolare – e artistiche, la torre interagiva in modo efficace con quelle medievali che emergono dal profilo della città sul colle.
E, forse, le successive riflessioni di Piacentini su questo dialogo visivo tra antico e nuovo, devono avergli suggerito, nel 1919, una nuova soluzione architettonica, più austera e aderente all’antica torre comunale in Città Alta. Quando nel 1920 si fece strada la proposta di dedicare la torre non più alla Vittoria ma ai caduti bergamaschi della Grande Guerra, Piacentini predispose un terzo progetto rispondente al nuovo significato. A questo ne seguirono altri fino alla scelta definitiva compiuta nel 1922, dopo che il 22 luglio il Consiglio Comunale ne deliberò la costruzione.
I lavori furono appaltati nel gennaio 1923 e a fine febbraio venne bandito il concorso per la statua in bronzo raffigurante “L’Italia Vittoriosa”, vinto dallo scultore Alfredo Faino. La torre con la sua imponente mole ingentilita dai marmi policromi dell’arengo, fu inaugurata il 27 ottobre 1924 alla presenza di Benito Mussolini.